L’ARTISTA MARIA CRISTINA BALLESTRACCI ESPONE “RELITTI”, COLLATERALE ALLA 50° EDIZIONE DI “PENNABILLI ANTIQUARIATO”

In concomitanza con la 50° edizione di “Pennabilli Antiquariato Mostra Mercato Nazionale nelle botteghe e nei palazzi del centro storico”, Maria Cristina Ballestracci presenta nello spazio della chiesa di San Filippo, di fronte all’Orto dei Frutti Dimenticati, la collaterale “Relitti”, magistralmente curata da Andrea Mazzoldi, Perito d’arte per l’Unione Europea.

Maria Cristina Ballestracci ha un ricco curriculum professionale nell’ambito dell’architettura e del design, ma anche nel ruolo di stylist in alcune campagne promozionali nel settore della moda. La sensibilità interiore e l’ampio profilo culturale l’hanno condotta a compiere il percorso che ha trasformato un gesto di estrinsecazione dell’intimo in espressione artistica. Nelle prime opere la ricerca e la rielaborazione di oggetti di origine naturale in riva al mare, scelti in base alla morfologia dettata dal lavoro dell’uomo e del tempo, sono affiancati da brevi testi e ricomposti all’interno di cornici essenziali.

La parola, delicato segno grafico tracciato da una vecchia macchina da scrivere su carta velina, e i materiali naturali restituiti dal mare sono gli elementi primari delle opere che compongono Relitti, un “lavoro di ricerca che conduce a un concetto sintetico, primordiale: una sorta di naufragio esistenziale da cui prende origine un percorso catartico sviluppato su radici emotive. Cinque relitti rappresentano i cinque elementi presenti in tutte le culture che, posti nella giusta sequenza, originano la rinascita.” Spiega l’artista lombarda, ormai santarcangiolese d’adozione.

Relitti nasce da una fusione misurata di testi scritti ed elementi naturali e di uso quotidiano su cui è visibile l’impronta dell’uomo, un progetto che si è sviluppato con l’apporto di poesie di Alessandra Baldoni e di testi di Simone Perotti e, in alcuni casi, della stessa Maria Cristina Ballestracci, che racconta: “Scelgo i pezzi sulla base di un impulso evocativo emozionale, ma anche dell’equilibrio formale; sono frammenti segnati dall’impronta umana a cui mi sembra di ridare vita rivelando il loro spessore intellettuale e lirico attraverso il legame con la parola.”

A queste opere ne sono seguite altre in cui i relitti sono strutturati come vere e proprie sculture caratterizzate da una particolare nitidezza formale. “All’artista spetta ascoltare e trasfigurare gli oggetti eletti attraverso un lungo lavoro interiore ed esteriore.”

Al significato personale dato dall’artista alla propria opera si contrappone quello dello spettatore: “L’essere umano è un prisma, cambia a seconda di come lo colpisce la luce. In fondo il senso che attribuisco all’opera non è fondamentale, fondamentale è che l’osservatore venga colpito da un’emozione, anche se discordante da quella che io intendevo comunicare. Il messaggio artistico ha una genesi e effetti diversi da persona a persona, ma deve commuovere. L’arte deve provocare, in senso positivo o negativo: la provocazione porta alla riflessione. L’arte è vita, reattività e la mia espressione artistica è provocatoria nel senso che stimola emozioni e riflessioni.”

Pennabilli, 28 giugno 2021

Scarica Comunicato