La rarità di queste due sculture risiede nella firma dell’artista Antonio Pori, scultore ferrarese di formazione veneziana, di cui si conosce solamente una scultura, collocata nella chiesa di Torcello.
Raffigurano la Primavera e l’Estate, che nel Medioevo e nel Rinascimento venivano rappresentate ricorrendo ai mestieri agricoli: la semina per la primavera, la mietitura per l’estate, la vendemmia per l’autunno e la caccia per l’inverno.
Da qui derivarono gli attributi iconografici di ciascuna stagione: una giovane donna adornata di ghirlande di fiori per la primavera; spighe di grano e falce per l’estate; grappoli di uva e foglie di vite per l’autunno; paesaggi innevati per l’inverno.
Durante il Rinascimento fu ripreso l’antico uso di rappresentare le stagioni con le divinità pagane. E così la primavera cominciò ad essere associata a Venere, dea dell’amore e della fertilità, che indossa una corona floreale e regge una cornucopia, simbolo dell’abbondanza; l’estate a Cerere, dea greca protettrice dell’agricoltura, riconoscibile per la corona di spighe di grano sul capo, la falce e un fascio di spighe tra le mani.
Legno di cirmolo policromo e dorato - 1590 ca. - cm h 125
Firmate ad intaglio