LE INIZIATIVE COLLATERALI ALLA 51° EDIZIONE DI PENNABILLI ANTIQUARIATO,
MOSTRA MERCATO NAZIONALE NELLE BOTTEGHE E NEI PALAZZI DEL CENTRO STORICO

Il programma delle iniziative collaterali alla 51° edizione di Pennabilli Antiquariato, che si svolgerà dall’8 al 24 luglio, comprende tre esposizioni, una conferenza e un evento che commemorerà la figura di Gianfranco Giannini con la presentazione del libro a lui dedicato Gianni, il civismo è il profumo della vita”.

Alla componente antiquaria articolata in 27 stand la “Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato nelle botteghe e nei palazzi del centro storico” affianca un intenso programma di eventi culturali, tra cui tre esposizioni, dedicate agli artisti: Mario Giacomelli, fotografo, e a Edgardo Mannucci e Arturo Carmassi, scultori, una conferenza e una presentazione editoriale, che insieme daranno vita a una rassegna dell’arte antica e contemporanea con caratteristiche peculiari di alto livello.

La mostra dedicata a Mario Giacomelli (Senigallia, 1925 – 2000), intitolata “Paesaggi umani”, è ospitata nella chiesa di Sant’Andrea, che riapre eccezionalmente per accogliere le opere del fotografo marchigiano appartenenti alle serie dei Pretini, Le mie Marche, Scanno e Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Mario Giacomelli è oggi considerato uno dei più importanti fotografi del Novecento. Le sue immagini non intendono documentare la realtà oggettiva, si caratterizzano per un contrasto esasperato tra bianco e nero dando vita a un processo decostruttivo della realtà. Mario Giacomelli sintetizza così l’essenza della sua opera: “Affronto la dimensione dello spazio e del tempo per ridurre tutto ad un segno unico. Sulla foto rimane la cicatrice, la traccia simbolica dell’intervento, la referenza della creazione della mia mente.” Tra le opere ospitate a Pennabilli, un rilievo particolare assume Io non ho mani che mi accarezzino il viso (Pretini), una serie composta tra il il 1961 e il 1963, che si ispira a una poesia di David Maria Turoldo sulla solitudine. Il forte contrasto tra le tonache nere e lo spazio bianco circostante crea uno scenario irreale in cui i pretini sembrano sospesi in un “tempo senza tempo”.

La mostra “Hiroshima e la luna”, realizzata all’interno della chiesa di San Filippo, ha come protagonista Edgardo Mannucci (Fabriano, 1904 – Arcevia, 1986), esponente di spicco dell’arte plastica informale europea, e raccoglie sei opere pittoriche e una quindicina di sculture oltre ad alcuni bozzetti di gioielli. Edgardo Mannucci rifiuta ogni linguaggio figurativo tradizionale e ne elabora uno, del tutto personale, improntato alla poetica dell’informale, denomina le sue creazioni Opere e Idee: in esse compaiono strutture in continua trasformazione che si impadroniscono dello spazio come nuclei generatori di energia. Nel 1945, la terribile esplosione della bomba atomica su Hiroshima stimolò in lui una profonda riflessione sul potenziale energetico insito nella struttura molecolare della materia. Anche le esplorazioni spaziali, culminate alla fine degli anni Sessanta con lo sbarco sulla luna, lo influenzarono rafforzandone il concetto di espansione della materia e l’espressività scultorea tesa a rappresentare la dilatazione materica nello spazio e i suoi guizzi d’energia.

La collaterale “Oltre”, curata dalle Gallerie d’arte Benucci di Roma, sarà ospitata nelle sale del Palazzo del Bargello e offrirà al visitatore una esauriente rassegna della produzione di Arturo Carmassi (Lucca, 1925 – Empoli, 2015), scultore e maestro nelle tecniche della litografia e della calcografia. L’artista si distingue per un’”astrazione informale” personale, autonoma. Nella seconda metà degli anni Settanta, Carmassi manifesta un preponderante interesse per la scultura oltre che per le tecniche della litografia e calcografia ed emerge nel panorama dell’arte mondiale tanto da essere chiamato a esporre e a partecipare a iniziative culturali in importanti istituzioni d’Europa e d’America. Arturo Carmassi ha sperimentato pittura, scultura e incisione utilizzando tecniche diverse: dal collage alle sabbie, agli oli e ai materiali non convenzionali, collocandosi in una posizione assolutamente personale caratterizzata da una grande autonomia che lo rende difficilmente classificabile nel panorama del Novecento. A metà degli anni Cinquanta il suo interesse per la scultura si consolida e lo porta alla creazione di opere di grandi dimensioni che gli apriranno le porte della Biennale di Venezia. Verso la fine degli anni Sessanta recupera il dato oggettivo dell’immagine; il nuovo stile, incentrato sulla ricerca di forme mitologiche e immagini evocative, si modifica nuovamente e nell’ultimo decennio del XX secolo tende all’essenzialismo.

Nell’ambito degli “Incontri con l’arte”, venerdì 22 luglio, alle 21.30, il professor Alessandro Delpriori dell’Università di Camerino terrà nell’”Orto dei frutti dimenticati” la conferenza “Gli affreschi della Madonna delle Grazie di Pennabilli”, un percorso sull’arte pittorica in Pennabilli, che dall’immagine della Vergine delle Grazie si sviluppa seguendo la traccia delle stratificazioni rinvenute sull’opera.

Domenica 10 luglio, alle 21.00, in piazza Sant’Agostino, si svolgerà uno speciale evento a ricordo dell’ideatore e promotore di Pennabilli Antiquariato, Gianfranco Giannini, protagonista del libro, scritto a più mani: “Gianni, il civismo è il profumo della vita”, in cui il profilo umano e le opere vengono ricordati attraverso le sue parole e le testimonianze di chi gli è stato accanto e ne ha colto la saggezza e lo slancio. Il libro è suddiviso in due parti: Le parole di Gianni e Le parole per Gianni e accompagnato da una ricca collezione fotografica.

Pennabilli, 4 luglio 2022

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