Attraverso i linguaggi della fotografia e del video, Silvia Camporesi (Forlì, 1973) costruisce racconti che traggono spunto dal mito, dalla letteratura, dalle religioni e dalla vita reale. Negli ultimi anni la sua ricerca si è concentrata in particolare sul paesaggio italiano.
Borghi disabitati da decenni che sembrano non esistere nemmeno sulle cartine geografiche, architetture fatiscenti divorate dalla vegetazione selvaggia e archeologie industriali preda dell’oblio sono i soggetti che compongono Atlas Italiae (2015), una collezione poetica realizzata esplorando una ad una le venti regioni del Paese alla ricerca di frammenti di memoria di un’Italia che sta svanendo.
È da questo atlante della dissolvenza che sono tratte le opere esposte negli spazi della Chiesa di Sant’Andrea, che accolgono sei fotografie di grande formato dedicate all’isola-carcere di Pianosa, a cui l’autrice ha dedicato una parte sostanziosa del progetto, e sei fotografie di piccolo formato di borghi abbandonati, stampate in bianco e nero e colorate a mano.
Chiesa di Sant’Andrea
a cura di Dario Diotallevi