ARTICOLI D’ANTIQUARIATO
Si avvicina alla conclusione il lungo percorso di recupero del complesso dei Girolamini a Napoli.
La Biblioteca dei Girolamini, dissequestrata dopo dieci anni dalla Procura di Napoli, è stata visitata pochi giorni fa dal Ministro della Cultura Dario Franceschini insieme al Sindaco Gaetano Manfredi e al Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, che da PM condusse le indagini sul clamoroso furto di incunaboli e libri antichi che devastò l’istituzione un decennio or sono.
Il complesso dei Girolamini, che comprende la chiesa, la quadreria e la celebre biblioteca, costituisce un prestigioso fulcro culturale della città di Napoli.
Nel 1575 Filippo Neri istituì presso la chiesa di Santa Maria in Vallicella a Roma la Congregazione dell’Oratorio, riconosciuta nel 1575 da papa Gregorio XIII con la bolla Copiosus in misericordia e provvide alla creazione della Biblioteca Vallicelliana, che aveva il compito di promuovere la cultura ecclesiastica della Congregazione affinché i suoi membri svolgessero la loro missione religiosa. Nel 1586 alcuni oratoriani fondarono a Napoli la casa dei padri Filippini e la Biblioteca dei Girolamini, così denominata a motivo della loro provenienza dalla Chiesa di San Girolamo della Carità di Roma.
La decisione di aprire la Biblioteca al pubblico consentì rapporti culturali tra intellettuali laici e Filippini. Nel 1866, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi e alla confisca dei beni ecclesiastici, la Biblioteca fu trasformata in biblioteca di diritto pubblico. La quadreria, formatasi tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600 grazie a donazioni, custodisce dipinti di maestri come Andrea Sabatini, Agostino Tesauro e Giovan Filippo Criscuolo, testimonianze del movimento della Controriforma dei pittori napoletani Fabrizio Santafede e Girolamo Imparato, dipinti di Federico Zuccari e del Pomarancio, del tardo manierismo umbro e fiorentino, a cui si accompagnano opere del Seicento naturalistico di Battistello Caracciolo, Jusepe De Ribera, Andrea Vaccaro, fino al famoso “Incontro di Gesù con San Giovanni Battista” di Guido Reni.
Il saccheggio
La Biblioteca raggiunse purtroppo l’apice della fama quando emerse il clamoroso furto di migliaia di volumi antichi, di cui si rese colpevole il direttore Marino Massimo De Caro, autore di un sistematico saccheggio prolungatosi per tutto il 2011.
Al vertice di una istituzione di tale importanza e ricchezza artistica e culturale si potrebbe immaginare uno studioso competente, un topo di biblioteca, non un ex portaborse, un faccendiere con protezioni eccellenti da parte di politici di poco chiara fama e di grigie eminenze vaticane, proprietario di una libreria antiquaria attiva nel commercio internazionale, abile falsario: “… affidare la preziosissima biblioteca della Congregazione a uno come De Caro sarebbe più o meno come mettere un piromane a capo della Forestale.” scrisse allora il critico d’arte Tomaso Montanari.
Oggi si intravede la riapertura, ritardata dal restauro delle facciate, e la restituzione alla fruizione pubblica indirizzata a ripristinare una visione organica globale del complesso e il suo rapporto con il tessuto civile di Napoli.
De Caro è stato condannato per il reato di peculato a sette anni di reclusione, oltre al risarcimento del danno nei confronti della parte civile, il Comune di Napoli, insieme a padre Sandro Marsano, conservatore, attraverso il pagamento della somma di 19.460.000,00 €.
Nella sentenza si legge: “Non è in discussione, quindi, che il De Caro abbia pianificato e attuato un’opera di smembramento, mutilazione, sistematico danneggiamento ed illecito sfruttamento economico del patrimonio librario, tale da determinare, all’esito, la devastazione ed il saccheggio del patrimonio della Biblioteca Girolamini di Napoli…”
Il caso della Biblioteca dei Girolamini di Napoli è forse il più eclatante esempio di come il patrimonio storico, archeologico, artistico, monumentale e bibliotecario del nostro Paese, spesso poco considerato dalla politica e oppresso dalla burocrazia, venga trascurato dallo Stato che, invece, dovrebbe farsi carico della sua protezione, dell’accessibilità e della fruibilità pubblica.
Alfredo Spanò
Ufficio Stampa Associazione Culturale Pennabilli Antiquariato