“FUORI MOSTRA”, LA RASSEGNA CULTURALE CHE AFFIANCA LA MOSTRA MERCATO NAZIONALE D’ANTIQUARIATO DI PENNABILLI, PRESENTA NEI LOCALI DEL PALAZZO DEL BARGELLO “PRIMA DELL’ALBA”

“Prima dell’alba”, allestimento dello studio creativo Plam, vincitore del bando “Serpe sotto la pietra”, è un complesso di installazioni che compongono l’originale reinterpretazione del patrimonio culturale e antropologico del territorio attraverso linguaggi contemporanei.

Spicca quest’anno tra le iniziative inserite nel programma di Fuori Mostra “Serpe sotto la Pietra”, realizzata in collaborazione con Chiocciola la casa del nomade, Placebo collective e Paesaggi Migranti, che si concretizza in un allestimento negli ambienti del Palazzo del Bargello. L’antico edificio ospita i lavori dello studio creativo Plam, vincitore con “Prima dell’alba” del bando internazionale che ha dato origine all’evento, a cui è stato affidato il compito di svelare il sottile confine tra religiosità e magia nel Montefeltro.

Compongono il Montefeltro le valli dei fiumi Marecchia, Conca e Foglia, caratterizzate da strutture morfologiche che hanno influenzato usi e tradizioni dei popoli, hanno condizionato gli interscambi commerciali e culturali e hanno influito sul processo di evangelizzazione, contaminato da paganesimo, religiosità cristiana e superstizione. La coesistenza tra paganesimo e cristianesimo è perdurata a lungo mantenendo alcune tracce sbiadite fino ai giorni nostri. La pietra rappresenta la storia sedimentata, il mondo reale, il riflesso delle istituzioni, il sacro inciso nel marmo; la serpe è il simbolo della trasformazione di un sapere misterioso e sotterraneo, pagano e arcano, è la superstizione che resiste alla religione, è il mistero che si insinua sotto le fondamenta delle chiese, tra le mura del potere, dove si annidano simboli, formule, riti, culti tramandati oralmente, che non sono mai stati completamente dimenticati e hanno resistito alle trasformazioni della civiltà.

Con la call “Serpe sotto la Pietra”, che ha raccolto 60 candidature di artisti, creativi e collettivi internazionali, l’Associazione Pennabilli Antiquariato ha proposto un’indagine sull’incerto confine tra sacro e magico, tra certezza e ignoto, tra ciò che è sancito e ciò che è effimero, chiedendo di reinterpretare il patrimonio immateriale del territorio attraverso linguaggi contemporanei nella visuale della tutela delle risorse culturali, del coinvolgimento di nuove audience e di un contributo allo sviluppo del territorio, finalità perseguite dall’Associazione Culturale Pennabilli Antiquariato, motore della Mostra Mercato.

Plam, vincitore con “Prima dell’alba” di “Serpe sotto la Pietra”, è uno studio creativo multidisciplinare fondato da Andrea Miljevic, Arianna Montinaro, Andrea Pradella e Luca Pradella nel 2020, personalità opposte e provenienti da background diversi, ma accomunate dalla voglia di agire in gruppo con un sistema di approccio multidisciplinare basato su competenze trasversali nell’ambito della grafica, della fotografia, del video. Plam rispetta una visione “olistica” di ogni progetto, inteso come sistema complesso di parti che non possono funzionare singolarmente, ma devono legare passato, presente e futuro puntando a un’etica produttiva che valorizzi l’uso responsabile delle risorse, fisiche e digitali.

La ricerca si è concentrata sul tema del “rito”, nello specifico, il rito dell’Acqua di San Giovanni, che ha luogo nella notte tra il 23 e il 24 giugno, legato al solstizio d’estate, e delle “maestà” o “mestadine”, le cellette votive disseminate nei crocicchi di campagna. L’uomo, sin dall’antichità, affida al rito i momenti più critici della sua esistenza personale e sociale, cercando in esso la conferma della propria identità e di quella della comunità di appartenenza. Il rito dell’Acqua di San Giovanni, nato come rito propiziatorio strettamente connesso ai valori di una popolazione agro pastorale, ha origini pagane, ma viene inglobato dal cristianesimo. Alla notte di San Giovanni la superstizione popolare lega la credenza del sabba, il raduno delle streghe, che assieme a figure demoniache percorrono i crocicchi delle strade mettendo a repentaglio la salute mentale e la vita stessa di chi vi si imbatte.

“Serpe sotto la Pietra” si propone di:

– individuare quegli “spazi intraducibili” in cui le memorie e le emozioni degli abitanti diventano parametri di identificazione di una collettività;

– restituire tramite output artistici una “geografia emozionale” del territorio priva di coordinate;

– lavorare sull’”estetica del rito”, traducendo “azione” in “installazione”;

quindi, di raccontare il rito promuovendo un dialogo agnostico sulla sua essenza  attraverso un processo che comprende documentazione foto video, interpretazione artistica e allestimento immersivo.

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