A POCHI MESI DALLA SCOMPARSA, PENNABILLI ANTIQUARIATO COMMEMORA CON UNA ANTOLOGICA IL GRANDE CERAMISTA RIMINESE GIO’ URBINATI

Si intitola “La ragione del fuoco” la mostra che, attraverso un’ampia selezione di opere, percorre l’iter artistico di Giovanni Urbinati, legato a Pennabilli dall’amicizia con Gianfranco Giannini e Tonino Guerra.

Allestita nelle sale del Palazzo del Bargello di Pennabilli dall’8 al 23 luglio, in concomitanza con la 52° “Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato nei palazzi e nelle botteghe del centro storico“, una ricca antologica a cura di Pietro Dani, realizzata grazie alle gentili concessioni della famiglia, traccia l’iter artistico di Giovanni Urbinati (Rimini, 1946 – 2023). Sostenuto dall’abilità nella manipolazione del fuoco e della materia grazie a una profonda perizia tecnica e a una lunga esperienza, Urbinati non ha mai smesso di esplorare le potenzialità espressive dell’argilla e ha fatto della sua ricerca un percorso alchemico di sperimentazione e scoperta che l’allestimento della mostra intende evidenziare sottolineando i passaggi salienti della sua produzione.

A chi gli chiedeva perché avesse scelto la ceramica come mezzo di espressione artistica, Urbinati aveva risposto: «All’inizio la odiavo, poi mi sono innamorato, già a ventun anni… Gli antichi disegnavano sulla ceramica perché non conoscevano la carta, noi conosciamo la storia dell’uomo attraverso la ceramica, tutto prima era ceramica. Anche la scrittura era sulla terracotta e così la storia narrata, come nel cratere Francoise. lo sono innamorato di tutto, dell’arte in generale e di tutto quello che fanno gli artisti, ma ho grande attenzione per l’arte antica.»

Giovanni Urbinati si forma nell’atelier di Carla Birolli negli anni Sessanta, è allievo di Benito Balducci e Rosetta Tamburini. “… dissero che avevo talento e mi spronarono a continuare…” Nel 1969 apre bottega a Rimini, avviando un percorso di ricerca sugli smalti e le cotture a lustro. Risale agli anni Ottanta l’incontro con Tonino Guerra di cui interpreta e rende tangibile il linguaggio poetico materializzandone con maestria e sensibilità numerosi progetti, che sono tuttora visibili negli spazi circostanti la mostra: alcuni poetici totem nel Santuario dei Pensieri, l’Arco delle Favole e la Meridiana Umana nell’Orto dei Frutti Dimenticati; sotto la Torre di Bascio, a pochi chilometri da Pennabilli, una eccezionale installazione: il Giardino Pietrificato, sette tappeti di ceramica dedicati a sette personaggi storici che hanno vissuto o hanno lasciato vivida traccia di sé nella Valmarecchia.

Urbinati spiegava così la sua capacità di materializzare un’opera d’arte: «Quel momento dove fantasia e sentimento si fondono e si genera un’idea; che sia creta o tela per dipingere, marmo o metallo poco importa, cambiano solo le tecniche per farne uscire l’opera… Seguo un progetto; l’emozione dà forma alla sostanza, guida le mani, mentre l’armonia è sempre presente fin dal primo istante, poi c’è tutto un modo capace o incapace di esprimersi, basta cogliere l’istante… Se c‘è passione impari la tecnica, va di concerto, non si possono scindere le due cose.»

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