INAUGURATA A PENNABILLI L’ESPOSIZIONE “LUCENTE LUNA D’ACCIAIO PER SENNI E OGGETTI PERDUTI” DELLO SCULTORE BRUNIVO BUTTARELLI

La mostra “Lucente Luna d’acciaio per senni e oggetti perduti” dello scultore Brunivo Buttarelli, allestita nel Palazzo del Bargello di Pennabilli, sarà visitabile dal 13 al 16 giugno in occasione del Festival Artisti in Piazza e dal 30 giugno al 14 luglio durante lo svolgimento della 53° Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato.

Sabato 8 giugno alle ore 17,00, alla presenza dell’artista, è stata inaugurata la mostra di Brunivo Buttarelli dal titolo “Lucente Luna d’acciaio per senni e oggetti perduti”. L’esposizione, specchio della narrazione metaforica e a volte provocatoria dello scultore cremonese, ispirata all’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, è stata organizzata in collaborazione tra l’Associazione culturale Ultimo Punto e l’Associazione culturale Pennabilli Antiquariato e sarà visitabile dal 13 al 16 giugno in occasione del Festival Artisti in Piazza e, in quanto inserita nel programma “Fuori Mostra”, dal 30 giugno al 14 luglio, lungo il corso della 53° edizione di Pennabilli Antiquariato.

Brunivo Buttarelli, nato a Casalmaggiore in provincia di Cremona nel 1946, si è diplomato nel 1968 presso l’Istituto “P. Toschi” di Parma, del quale ha occupato la cattedra di Tecniche Pittoriche Murali dal 1971 al 1990. Buttarelli ha iniziato la carriera in ambito artistico come restauratore di pitture murali, affreschi, opere lignee e lapidee e nel 1986 ha operato come scenografo presso il Teatro Regio di Parma. Il rapporto di familiarità con le materie prime: legno, pietra, ferro, carta lo ha spinto a realizzare le sue prime sculture e dal 1990 si è dedicato completamente alla ricerca artistica. L’immaginario paleontologico originato da studi e ricerche in ambito archeologico, la pratica teatrale e il restauro costituiscono le basi della sua profonda espressione creativa.

Così descrive l’artista l’ensemble delle tredici opere che compongono “Lucente Luna d’acciaio per senni e oggetti perduti”: «Questo progetto è la narrazione metaforica e a tratti provocatoria che si ispira all’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, riproposto in chiave artistica Realista Terminale. L’opera nasce da una idea quasi ossessiva di recuperare materiali e oggetti buttati con noncuranza dall’uomo nell’ambiente, perché considerati ormai inutili e morti. Riportarli attraverso il mio lavoro a nuova vita, come in resurrezione, da anni è diventato la mia sfida ambiziosa.»

L’interesse di Brunivo Buttarelli nei confronti dell’autore cinquecentesco deriva dal dialogo con la poetessa Tania Di Malta e con il professore Giuseppe Langella, che hanno presenziato all’inaugurazione assieme a Davide Chindamo.

La visione di Brunivo Buttarelli del capolavoro letterario di Ludovico Ariosto segue le vicissitudini di Astolfo a cavallo dell’ippogrifo nell’impresa di recuperare il senno di Orlando su quella “Lucente Luna d’acciaio” su cui l’uomo incautamente accatasta i residui della sua “civiltà”. Attraverso le sue tredici opere, Buttarelli rafforza il pensiero, espresso da Ludovico Ariosto, che la pazzia non sia raccolta sulla luna, mentre è sulla terra che si annida la follia, il non senso, il frutto delle ambizioni e della superbia umana, la falsa narrazione eroica, così attuale alla nostra epoca, ai nostri giorni, prodromo di un’irreparabile catastrofe.

Significativa la scultura, fulcro della mostra, che rappresenta i due guerrieri Ruggiero e Rodomonte, spalle contro spalle, la testa cinta dell’elmo reclinata in avanti a significare il rifiuto dell’agone, della guerra, espressione estrema della follia umana.

Nello spazio angusto in cui si espande, l’umanità vive sempre più ristretta, sommersa dai suoi stessi rifiuti che ormai inquinano persino lo spazio, in un insulso delirio di onnipotenza sorretto dalle illusioni di una tecnologia senza limiti.

Nella visione di Brunivo Buttarelli la Lucente Luna d’acciaio, pur sporcata dai cumuli di rifiuti gettati dall’uomo, diviene l’atteso mondo utopico in cui l’uomo del futuro potrà ritrovare il senno perduto.

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